Introdotto il concetto di libera concorrenza per offrire più opportunità ai cittadini. La comunità europea sollecita le Federazioni ad adeguare statuti e regolamenti introducendo il principio della libera concorrenza.  

Premessa

Lo sport in Italia non è solo agonismo, ma anche organizzazione, infrastrutture, media, diritti, posti di lavoro.

Garantire concorrenza significa apertura, migliore offerta, opportunità per atleti e società.

Quadro normativo italiano

Legge sulla concorrenza

  • La Legge n. 287 del 10 ottobre 1990 (“Norme per la tutela della concorrenza e del mercato”). Contiene disposizioni su intese restrittive della concorrenza, abuso di posizione dominante, operazioni di concentrazione.  
  • Importanza: anche nello sport, quando c’è un’attività economica (club, diritti media, eventi) queste norme possono applicarsi.

Sport e concorrenza

  • Non c’è una esenzione generale per lo sport: economicamente rilevanti sono le attività sportive professionistiche e possono cadere sotto il regime antitrust.  
  • Alcune normative specifiche: ad esempio la Legge n. 401/1989 per la frode sportiva (che attiene all’integrità competitiva)  

Rapporto con il diritto europeo

  • Le regole sportive devono rispettare le libertà fondamentali e le regole della concorrenza (es: art. 101 e 102 TFUE).  
  • Questo implica che federazioni, associazioni e altri soggetti sportivi non possono imporre restrizioni ingiustificate alla concorrenza.

Aree critiche nella pratica sportiva italiana

Ecco alcune delle principali aree in cui il principio della libera concorrenza nello sport in Italia è stato messo alla prova. 

Organizzazione di manifestazioni e competizioni

  • Spesso le federazioni nazionali o locali hanno un ruolo esclusivo nell’organizzazione delle competizioni. Ciò può creare barriere all’entrata per soggetti terzi. Ad esempio, la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) è stata oggetto di un’indagine da parte della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per abuso di posizione dominante in relazione all’organizzazione di tornei amatoriali/scolastici nel settore giovanile.  

Giustificazioni di restrizioni alla concorrenza nello sport

Non tutte le restrizioni sono illecite: nel sistema sportivo molte regole sono giustificate in virtù di specificità e finalità proprie dello sport.

  • Il sistema della competizione sportiva richiede pari opportunità, omogeneità dei soggetti, organizzazione coordinata (calendari, regole, licenze, infrastrutture). Queste esigenze possono legittimare restrizioni se proporzionate.  
  • La giurisprudenza europea ha affermato che le regole sportive possono essere compatibili con le norme di concorrenza se perseguono obiettivi sportivi legittimi e sono proporzionate.  
  • In Italia: l’AGCM e la giurisprudenza sottolineano che l’attività economica sportiva non è esente dalla concorrenza, ma lo sport ha peculiarità che vanno tenute presenti.  

Le implicazioni per il sistema sportivo italiano

Per le federazioni e associazioni

  • Devono verificare che i loro statuti, regolamenti e condizioni di affiliazione non contengano clausole che ingiustificatamente limitino l’accesso o la concorrenza tra operatori.
  • Devono garantire trasparenza, oggettività e proporzionalità nelle regole che incidono sull’organizzazione degli eventi, sull’affiliazione, sui diritti di partecipazione.

Per gli atleti e le società

  • Le società e gli atleti devono essere consapevoli dei propri diritti: ad esempio avere libertà di scelta, di cambiare club, partecipare a competizioni con criteri equi.
  • Le restrizioni devono essere giustificate: ad esempio, una regola che impedisca a un atleta di trasferirsi senza motivo rilevante può violare il principio della libera concorrenza.
  • Nel caso dilettanti/amatoriali, la libera concorrenza può favorire la pluralità di soggetti organizzatori e quindi un’offerta più ampia.

Per il legislatore e le autorità di regolazione

  • Devono vigilare affinché le norme sportive non diventino barriere ingiustificate alla concorrenza.
  • L’AGCM ha iniziative in questo senso, e la collaborazione tra enti sportivi e autorità della concorrenza è fondamentale.
  • Il legislatore deve bilanciare la promozione dello sport come valore sociale con la tutela della concorrenza.

Criticità e possibili scenari futuri

  • Esiste ormai una tendenza a esaminare con maggiore rigore i regolamenti sportivi che possano limitare la concorrenza. In Italia, l’AGCM ha già avviato casi che mostrano la sua attenzione.  
  • Lo sviluppo dei diritti mediatici, digitali, e la globalizzazione dello sport pone nuove sfide in tema di concorrenza (es: accesso ai mercati, diritti territoriali, nuove piattaforme).
  • Anche lo sport dilettantistico/promozionale ha margini di miglioramento: favorire la molteplicità di soggetti e ridurre i vincoli eccessivi può rafforzare la concorrenza e quindi l’offerta sportiva sul territorio.

Conclusione

La  libera concorrenza nello sport: non è soltanto una questione economica, ma anche di equità, libertà e sviluppo sportivo. In Italia il quadro è già attivo ma ci sono ancora margini di miglioramento affinché lo sport resti aperto, competitivo e innovativo.

Le  varie componenti (federazioni, club, atleti, autorità) dovrebbero  collaborare per un sistema sportivo “libero” ma ordinato, capace di conciliare le esigenze sociali e quelle economiche.

 

Casi concreti italiani relativi al principio della libera concorrenza nello sport

Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) — Sanzione per abuso di posizione dominante

Nel luglio 2024 la Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha sanzionato la FIGC per circa 4,2 milioni di euro, contestando che la Federazione avesse attuato «una complessa strategia escludente per rafforzare la propria posizione dominante nell’organizzazione di competizioni calcistiche giovanili a carattere agonistico e per estenderla anche al mercato dell’attività ludico-amatoriale».  Il procedimento ha evidenziato due condotte principali:

    1. la mancata stipula, da parte della FIGC, delle convenzioni richieste dal Regolamento EPS del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI, 2014) per lo svolgimento dell’attività agonistica, che avrebbe impedito agli Enti di Promozione Sportiva (EPS) l’accesso al mercato degli eventi agonistici.  
    2. l’uso del proprio potere regolatorio per qualificare come “agonistica” attività che – secondo l’Autorità – erano in realtà ludico-amatoriali, con conseguente obbligo per affiliati/doppio tesseramento di affidarsi alla Federazione.  

Questo caso è utile per mostrare come il principio della libera concorrenza può essere sollevato contro federazioni sportive che regolano mercati – agonistici e amatoriali

Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) — Sanzione per abuso di posizione dominante

  • In ottobre 2019 l’AGCM ha sanzionato la FISE per circa 450.000 euro, perché ha accertato un “abuso di posizione dominante nei confronti di organizzazioni sportive concorrenti” nel settore delle competizioni amatoriali equestri (specialità Attacchi e Salto a Ostacoli).  
  • Le condotte contestate includevano: l’adozione di regolamenti più restrittivi, diffide verso circoli/associazioni che tentavano di organizzare manifestazioni amatoriali, e la mancata stipula di convenzioni con EPS e altre società/associazioni sportive per disciplinare l’attività amatoriale/agonistica.  
  • È un esempio che evidenzia come anche nello sport “meno mediatico” (rispetto al calcio) le regole interne possono generare restrizioni concorrenziali: ad esempio, la qualificazione dell’attività come agonistica per escludere operatori concorrenti.

Automobile Club d’Italia (ACI) — Istruttoria per presunto abuso di posizione dominante

  • Nel 2023 l’AGCM ha avviato un procedimento (istruttoria A570) nei confronti di ACI, ACI Sport S.p.A. e Club ACI Storico per presunto abuso di posizione dominante nel mercato dell’organizzazione di manifestazioni automobilistiche non agonistiche.  
  • L’Autorità ritiene che ACI, grazie ai poteri esclusivi di regolazione e coordinamento attribuiti dal CONI, possa aver adottato comportamenti per ostacolare enti di promozione sportiva, associazioni dilettantistiche e club automobilistici nell’organizzazione di eventi amatoriali, inviando segnalazioni a Prefetture/Questure/Autorità locali per bloccare manifestazioni non tutte autorizzate – e quindi riducendo la concorrenza nel mercato delle manifestazioni non agonistiche.  
  • Questo caso è molto utile per il tuo articolo perché mostra la concorrenza anche al livello “amatoriale/non professionistico” e come le federazioni o enti regolatori possono creare barriere all’entrata.